Capitolo 3 - Un ragazzo misterioso

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    «Jir? Jir dove sei?»
    Sentivo la mia stessa voce ovattata, vedevo male, molto male, ero in una zona bianca ma un alone nero continuava ad avanzare. Sentii le forze venir meno, di nuovo. Caddi, avevo freddo. Tanto freddo.
    Ora vedevo di nuovo. Sabbia, era un deserto, faceva molto caldo. Il deserto era strano: dune enormi che si alzavano e abbassavano, sembravano grosse, mastodontiche onde di sabbia
    La duna su cui mi trovavo si abbassò, iniziai a scivolare in avanti. Lo spostamento di sabbia scoprì una grossa lastra di pietra, era inclinata e sembrava quasi un...
    «È un tetto»
    Dissi con un filo di voce
    «Dove mi trovo?»
    Dissi stupidamente
    «C’è nessuno? Jir! Jir?»
    Una voce imponente rispose, sembrava provenire da sotto quel tetto di pietra
    «Quale è il tuo nome?»
    «Chi.. Chi sei? Il mio nome è Nicholas, Nicholas Lutheroup»
    Una folata di vento, quasi un piccolo tornado, la sabbia iniziò ad allontanarsi dal tetto, scoprendo colonne, incisioni e un’enorme entrata
    «Ti aspettavo Nichoas. Il mio nome è Arceus»
    Entrai in quella sorta di tempio. Al centro dell’enorme navata c’era un’altra creatura che non avevo mai visto, era molto più grande di Jir, era più alta di me, sarà stata più del doppio della mia altezza e sapeva parlare. Era bianca, occhi capaci di trasmettere terrore, verdi con delle pupille rosse. Zampe affusolate con una punta gialla e un enorme anello giallo fissato ai fianchi interrotto in vari punti.
    «Cosa sei?»
    «Io sono un Pokémon, un Pokémon come Jir»
    «Come sai di Jir?»
    «Io so tutto. Nick, io sono il creatore delle sei dimensioni, sono il creatore dei Pokémon e in qualche modo ho creato anche voi umani»
    «Sei un Dio?»
    «Molti mi paragonano a un Dio, molti mi adorano ma i miei poteri non sono per niente infiniti>>
    «Che cosa vuoi da me... Arceus?»
    «Lo Spazio, il Tempo, il Chaos, la Creazione e la Distruzione sono i frutti dell'esistenza di un antico Dio eppure, seppur concepiti per essere in allegria, la Distruzione è destinata ad annientare la Creazione, lo Spazio e il Tempo e in qualche modo perfino il Chaos. Kyurem, il sovrano del nulla, l'essenza dell'inesistenza stessa, fu sigillato. I giovani sigilli non sono destinati a durare.
    L'anima di Kyurem è di nuovo fra noi, scorre, corrompe tutto ciò che incontra sul suo cammino, distrugge... uccide. Una catastrofe si avvicina»
    «Catastrofe? Che intendi?»
    «Kyurem verrà risvegliato... i suoi poteri trascendono anche i miei, solo tu puoi fermarlo, Nicholas»
    «E come potrei fare io a fermarlo?»
    «Ancora non lo sai ma tu fai già parte di questa storia. Antichi legami ci sono fra le anime, più non posso dirti»
    «Antichi.. Legami?»
    «Non è un caso se hai in possesso il tuo congegno, l'M-EC. Il destino ha voluto unire le invenzioni dei due mondi, ancora una volta»
    «Come sarebbe a dire i due mondi?»
    «Nicholas, dovrai capire tu il significato delle mie parole
    L'equilibrio mai devi spezzare
    Creazione e Distruzione mai bisogna turbare
    Ma se il cuore di un sol uomo sarà abbastanza forte
    Si prenderà carico di Luce e Ombra trascendendo Vita e Morte»
    «Luce, ombra, che stai dicendo?»
    «Jirachi ti ha scelto, Nick, non puoi indugiare, diffida sempr...»
    «Hei!>>
    “ma cosa?”
    «Hei svegliati»
    «Ahia»
    Mi era appena arrivato uno schiaffo, all’improvviso di nuovo quel paesaggio bianco
    “era solo un sogno”
    «Hei, mi senti! Coraggio, apri gli occhi, sveglia!»
    «E.. tu... io... dove mi trovo?»
    «Benvenuto alle rovine Sinjoh, il posto peggiore del mondo per dormire nella neve! Rischi di morire assiderato!»
    Non sapevo nemmeno il suo nome, non era molto forte forse, non mi aveva mai visto ma si preoccupò subito di portarmi via di li
    «Pidgeot! Ho bisogno di te!»
    Il misterioso ragazzo prese una sfera come il mio M-EC ma bianca e rossa, partì lo stesso medesimo raggio e di fronte ai miei occhi si materializzò una creatura, simile a un uccello, dorato
    “sto sognando, è tutto un grosso sogno”
    Il ragazzo mi prese, mi sollevò e mi mise su Pidgeot, salì anche lui e tenendomi fermo iniziò a far volare quella creatura
    Credo di aver perso i sensi durante il volo, li ripresi in una capanna, vicino un fuoco, sotto una coperta
    «Dove mi trovo?»
    «Hai ripreso coscienza finalmente»
    «Un momento, chi sei tu?»
    Dissi al ragazzo che mi era di fronte, seduto a un tavolo, un fisico nella norma, forse un po’ asciutto,capelli neri, abbastanza voluminosi con più punte, occhi... neri, l’iride era completamente scura. Sebbene potesse sembrare cupo e scuro aveva un viso rassicurante, non rispose subito, prese un po’ di tempo prima di dire
    «Sei alle rovine di Sinjoh, situate nell’esatto punto in cui l’uovo di Arceus si è schiuso miliardi di anni fa, esattamente fra la regione di Sinnoh e Johto»
    Ci capivo sempre di meno
    «Johto, Sinnoh, di che cosa parli? E poi rispondimi chi sei tu? Il mio nome è Nick Lutheroup! Quale è il tuo?»
    «Il mio è solo un nome»
    «Che razza di risposta è?»
    «La risposta che ti ho appena dato»
    Disse in tono più freddo della neve fuori la capanna
    «Oh, andiamo! Sai il mio nome, dovresti dirmi il tuo!»
    «Nessuno ti ha chiesto di dirmi il tuo nome, per quanto ne so non potrei che rischiare dicendo il mio nome a un tipo... strambo come te»
    «Un minimo di educazione»
    «Siamo su una montagna ghiacciata, nel nulla dove non viene mai nessuno, c’è solo una casa ed è di mia proprietà si da il caso, tu eri svenuto nella neve e non so nemmeno come sei arrivato qui, potevo lasciarti li a morire invece ti ho preso, ti ho portato in casa mia e ti ho scaldato col mio fuoco e ora vieni a parlarmi di educazione? Bah, strano non credi?»
    Abbassai lo sguardo
    «È... è vero, scusami, grazie per avermi salvato... ti sono debitore»
    «Allora smettila di rompermi col mio nome, riesci a muoverti?»
    Mi misi seduto
    «A quanto pare si»
    «Bene, almeno il freddo non ha preso i muscoli, non è il posto adatto in cui stare per un... il termine adatto sarebbe idiota, non te lo dico palesemente giusto perché sarebbe sgarbato da parte mia ma sappi che lo penso»
    “devo fare buon viso a cattivo gioco”
    «Ti porterò nella città più vicina appena la bufera cesserà»
    “meno male, magari li troverò un modo per tornare a cas... un momento, Jir! L’M-EC! Dove sono?”
    «Avevo uno zainetto con me, lo hai visto?»
    «Si, tieni, non ci ho guardato dentro, non ti preoccupare»
    Tirò lo zaino fuori da sotto il tavolo e me lo passò, tirai un sospiro di sollievo
    “l’M-EC è qui dentro per fortuna”
    Lo presi, provai a far uscire Jir ma qualcosa andò storto, Jir non si materializzava
    “Jir! Jir è sparito!”
    «Che strana Pokéball che è quella»
    «Pokéball?»
    «Beh, è una Pokéball vero? Me ne intendo di queste cose»
    “che si riferisca all’M-EC?”
    «Non so di che tu stia parlando»
    Il ragazzo prese un pezzo di pane quasi deluso, lo spezzò e me ne passò una metà per farmi mangiare qualcosa
    “Come vorrei che questa bufera finisse in questo istan...”
    Prima di finire di pensare una cosa simile sentii un verso acuto
    “Questa voce, è Jir?”
    La bufera cessò in quell’attimo
    «Che strano»
    Disse il ragazzo senza nome
    «La bufera...»
    Continuai io
    «Si, è sparita all’improvviso, di sicuro non è stato niente di naturale a farla cessare>>
    «Niente di naturale?»
    «Hai battuto la testa o hai solo preso troppo freddo? Mi sembra di parlare con uno che viene da un altro pianeta, i Pokémon controllano gli elementi naturali e innaturali, hanno poteri speciali, alcuni superano l’immaginazione umana, è possibile che uno di questi abbia bloccato la tormenta»
    «Se la tormenta è finita vuol dire che potrai accompagnarmi da... qualsiasi parte basta che sia lontano da questo inferno di ghiaccio e neve?»
    «”inferno di ghiaccio e neve” e lo hai visto mezza volta, giudichi troppo le cose solo per una brutta esperienza»
    “ma ci gode a predicare ogni mia parola oppure gli viene naturale?”
    «Rispondi, potremo andare via di qui?»
    «Certamente si ma devo prima fare quello per cui son venuto qui, lo avrei fatto ieri ma sai, c’era un tizio svenuto nella neve»
    «Che dovevi fare?»
    «Di recente sono stati registrati parecchi terremoti da queste parti, diciamo che ultimamente il mondo stesso è vittima di catastrofi naturali, terremoti, tsunami, le stagioni sono stravolte, la primavera capita dopo l’autunno e dura un mese, seguita dal’inverno e poi dall’estate, si alternano a ritmi frenetici, il vento soffia incessante, ci sono tempeste che possono durare un mese, uragani, alcuni bifolchi sostengono che anche l’equilibrio fra vita e morte si stia alterando, non credo a queste stupidaggini. La “bufera fantasma” è la cosa meno strana. In condizioni simili alcuni dei luoghi sacri stanno crollando, uno a uno ogni tempio, Il tempio di magma di Groudon, quello del mare di Kyogre, la stessa Vetta Lancia, che ha resistito ad alcune delle lotte più epiche senza problemi sembra si stia distruggendo, sono venuto qui a controllare il più sacro dei luoghi, il tempio della creazione di Arceus»
    «Groudon, Kyogre, templi... che cosa stai dicendo?»
    «Scusa, mi ero dimenticato che sembri aver dimenticato tutto sul mondo, un Pokémon con poteri superiori si definisce Leggendario, i Pokémon Leggendari compiono imprese epiche con poteri che superano quelli dei normali Pokémon, furono creati prima dell’uomo, miliardi di anni fa, dopo le loro imprese si sono assopiti, alcuni sono andati in un’altra dimensione ma il loro potere viene tralasciato nei loro templi, costruiti con la loro potenza, preservati dagli uomini, se un tempio viene distrutto il potere del leggendario su questa terra si indebolisce, se anche il tempio della creazione dovesse soccombere... non oso immaginare gli sconvolgimenti di questo mondo, purtroppo si generano reazioni a catena e quando a un Leggendario sfugge il controllo del proprio elemento i disastri continuano»
    “che sia questa la catastrofe di cui parlava Arceus?”
    «È terribile!»
    «Lo è e purtroppo non si vede la soluzione a questo disastro»
    «Dobbiamo andare a controllare il tempio d’Arceus! Prima che riprenda la tormenta!»
    «Concordo, vieni»
    Aprì la porta di quel rifugio, uscì, tirò fuori la sua “Pokéball”
    «Pidgeot! Vieni avanti, concludiamo il nostro lavoro!»
    Pidgeot si materializzò di nuovo di fronte ai miei occhi
    «Monta!»
    “spero di non perdere di nuovo i sensi su quella bestia”
    Salii su Pidgeot, questo spalancò le enormi ali iniziò a batterle, si sollevò da terra e iniziò a volare veloce come un lampo, senza le nuvole, senza quella dannata tormenta quella terra appariva incredibilmente bella
    Poco ci volle prima che apparve un grosso monte, al suo interno c’era qualcosa, da più vicino iniziai a vedere colonne, arcate, un tempio nero e lucido, con enormi incisioni rappresentanti la stessa creatura che mi era apparsa in sogno, Arceus
    “Inizio a pensare che non fosse tutto un sogno”
    «Bravo!»
    Disse il ragazzo a Pidgeot
    «Rientra»
    E Pidgeot si smaterializzò
    «Questo è il tempio d’Arceus, esternamente è intatto, è massiccio, resiste ma è meglio controllare l’interno»
    Entrammo, il silenzio era inquietante, rotto soltanto dai nostri passi
    Subito dopo l’entrata c’era un muro, potevamo andare a destra o sinistra, da entrambe le parti c’era una piccola rampa di scale, sempre in quella magnifica pietra nera.
    Girammo a sinistra, salita la piccola rampa vidi cosa c’era oltre il muro: un’enorme incisione, la sala era triangolare, aveva un sacco di bassorilievi, un tempo doveva avere anche dei dipinti ma il tempo li avrà distrutti, si intravedeva ancora qualche traccia di colore, il soffitto aveva un buco grosso nel dipinto, per il resto mostrava un uovo immerso in una zona nera, vuota, circondato da un’aura di luce, le pareti avevano 3 dipinti, il primo rappresentava degli uomini che rendevano omaggio, che pregavano a una creatura rosata, con il colo lungo e una perla nella spalla, il secondo rappresentava altri uomini che omaggiavano un’altra creatura, blu questa volta, con delle placche grigie e quello che doveva essere un diamante nel petto, infine, l’ultimo dipinto, rappresentava un essere grigio e giallo, con dei tentacoli neri la cui punta era rossa, di forma affusolata, immerso in un mondo pieno di rocce fluttuanti, senza nessun altro.
    Il pavimento invece era la cosa più particolare, in equivalenza del centro di ogni parete, sul pavimento c’era un cerchio, blu per quello della creatura azzurra, rosso per quello della creatura rosa e viola per quello della creatura sola, questi tre cerchi erano a loro volta collegati da un grande cerchio ed erano ognuno il vertice di un triangolo, ribaltato rispetto alla forma della stanza. Al centro, in equivalenza dell’uovo sul soffitto, c’era un cerchio bianco.
    Iniziai a girare intorno al pavimento, c’erano delle incisioni sui cerchi, su quello blu c’era scritto
    Dialga, signore del tempo
    Su quello rosso c’era inciso
    Palkia, padrone dello spazio
    Quello bianco al centro aveva scritto su
    Arceus, creatore del mondo, essere della luce
    E infine, il cerchio viola era spaccato, le incisioni rotte lasciavano leggere solo alcune lettere
    G..ati.a, pa..on. d.. Ca.s
    «Giratina, padrone del Caos c’era scritto»
    Disse il ragazzo
    «Quei tre cerchi esterni controllano lo stato dei templi del Tempo, dello Spazio e del Caos, quando gli uomini hanno iniziato a lottare fra di loro il mondo distorto, il tempio di Giratina, è entrato in un caos che lo stesso padrone non sapeva controllare, finendo per distruggere una landa già desolata, quando è successo il cerchio del caos si è rotto
    «Jir!»
    «Quella voce... Jir! Jir dove sei?»
    «Jiiir»
    Sembrava quasi un urlo di gioia, Jir entrò volando nel Tempio
    «Che diamine di fine avevi fatto?»
    «Jir..»
    «Se mi trovo qui non è certo perché lo voglio io! Potresti almeno evitare di sparire lasciandomi morente sulla neve»
    «Ji...»
    «Come.. come è possibile?»
    Il ragazzo mi guardava shockato
    «Quello... quello è Jirachi!»
    “anche Arceus lo aveva chiamato così”
    «Quello è il Pokèmon Leggendario dei desideri!»
    «Un pokèmon leggendario... che tu sappia il suo tempio è già stato distrutto»
    «Jirachi non ha un vero e proprio tempio, secondo la leggenda Jirachi dorme per mille anni assopito in un cristallo custodito in una cometa, ogni 1000 anni si sveglia per soli sette giorni e vaga sulla terra esaudendo i desideri della gente, la sua cometa è il suo tempio»
    “La sua cometa... un momento! La sua cometa è andata distrutta! Bene! Ho ridotto i poteri di Jir!”
    «Jirachi è l’esempio vivente di come un leggendario può attingere al potere del tempio, Jir può aprire il suo terzo occhio che ha sul ventre attingendo al potere della cometa, quando il terzo occhio di Jir è aperto si pensa che sia fra i più potenti dei leggendari, purtroppo non si ha certezza visto che l’ultima volta che Jirachi si è fatto vedere è stata mille anni fa»
    «Ecco... non so come dirtelo, quando ho risvegliato jir ho... accidentalmente distrutto la sua cometa»
    «Risvegliato? Hei, un momento! Come hai fatto a distruggere una cometa?»
    «Guarda»
    Presi il berretto che mi aveva dato lui e lo colpii con l’M-EC, svanì all’istante
    «Hai “catturato” il tuo cappello?»
    «Più o meno»
    Azionai l’M-EC di nuovo, l’unica cosa che riuscii ad ottenere fu una manciata di lana sfilettata
    «Questo congegno, chiamiamolo M-EC se vuoi, riesce a tramutare in energia degli oggetti, tuttavia, quelli pervasi da troppa energia rischiano di mandarlo in sovraccarico, in seguito l’M-EC può riprodurre grazie alla stessa energia che ha assorbito la struttura atomica dell’oggetto, tuttavia senza un’energia sufficiente non riesce a riprodurre la struttura molecolare»
    «Stai dicendo che riesce a ricreare la lana ma non riesce a ricrearne altro che un ammasso informe, poco più che “polvere di lana”?»
    «Più o meno è cosa volevo dirti, si, non solo, riesce a “catturare” anche un Pokémon, se così li chiamate, l’energia contenuta dentro di loro riesce a riprodurre la struttura molecolare e a preservarne la vita, o almeno vale così per Jir»
    «Ok ma come puoi tu aver disintegrato una cometa?»
    «Ho provato a... Catturarla, si è spezzata a metà, una parte ha avuto un impatto con l’atmosfera, non aveva più la sua forma originale e si è distrutta in poco meno di dieci secondi, cosa ne è rimasto era un cristallo da cui si è risvegliato Jir»
    «E l’altra metà della cometa?»
    «Non lo so, immagino sia ancora da qualche parte nello spazio ma privata della sua forma non può far altro che muoversi senza controllo, finirà per colpire qualcosa, anche se più piccolo di quel che resta di sicuro basterà a disintegrarla»
    «Questione di tempo... lo sono anche i tuoi giorni con Jir»
    «Che vuoi dire?»
    «Jir deve dormire mille anni, si può svegliare solo per sette giorni, Arceus, secondo le leggende, impose questo vincolo da quando gli uomini iniziarono ad abusare dei suoi desideri»
    Guardai fuori, era il tramonto
    “tra poche ore sarà passato un giorno, me ne restano altri 6”
    «La cosa che mi chiedo: Jir viaggiava assopito nella sua cometa, nel suo tempio, ora che è distrutta dove potrà riposare?»
    «Non è il mio mondo, non conosco le logiche, le storie di questo mondo e non posso capirci molto, l’unica risposta che mi sento di darti è molto stupida: aspettiamo e vediamo»
    «Non è il tuo mondo? Mi sembrava strano che parlassi di una meteora di cui non avevo sentito parlare, sicuro di non star delirando? Tutto questo è assurdo»
    «Nel mio mondo non ci sono Pokémon, niente Pokéball, questo stesso mondo è assurdo per me»
    Poi per un attimo ebbi un Flashback
    “«Non è un caso se hai in possesso il tuo congegno, l'M-EC. Il destino ha voluto unire le invenzioni dei due mondi, ancora una volta»”
    “I due mondi! Ora ho capito! Il mio mondo e questo sono i due mondi di cui parlava Arceus!”
    «Continuo a pensare che tu abbia una rotella fuori posto, ti porto a far vedere in città, ora si sta facendo tardi, è meglio partire»
    Puntai l’M-EC contro Jir, tentai di imitare quel ragazzo
    «Jir, ritorna qui»
    Il ragazzo scoppiò a ridere
    «Che c’è?»
    «No, niente, sei leggermente ridicolo»
    Non vedevo l’ora di levarmelo dai piedi
    «Pidgeot, avanti, torniamo a casa!»
    Di nuovo quell’enorme creatura dorata
    Uscimmo al fianco di Pidgeot da quell’enorme e magnifico tempio
    «Monta!»
    Mi disse quando eravamo fuori dal tempio
    «Ci metteremo tanto tempo, ti porto con me ad Azalina, dobbiamo attraversare una regione, salvo imprevisti... quello è il tramonto, dovremmo arrivare a casa mia per mezzanotte, ora basta parlare, Pidgeot, più veloce del vento, portaci ad Azalina in un lampo!»
    Pidgeot doveva essere abituato a questo genere di ordini e a questo genere di lavori, si alzò in pochi rapidi battiti, dopo volò veramente più veloce del vento, volavamo talmente veloci che non riuscivo a sentire bene le parole del ragazzo che era seduto davanti a me
    «Jir sarà un Pokémon leggendario, Nick, ma io non ho mai visto un Pokémon più veloce di Pidgeot»
    «Vedi spesso molti Pokémon?»
    «Quando sarai ad Azalina te ne farai un’idea, il mio lavoro me ne fa vedere più di quanti immagini»
    «Lavoro? Hai 16 anni! Che razza di mondo perv...»
    «Oh, non fare il moralista! Non è un vero e proprio lavoro ma permette di guadagnare, chiamala occupazione, i veri a lavorare...»
    Disse dando un colpetto al collo di Pidgeot
    «...Sono loro, io non lavoro neanche un giorno»
    «Alcuni lo chiamerebbero sfruttamento»
    «Non è sfruttamento se la vittima è consenziente, lo spirito della lotta viene tramandato da millenni, è quasi un istinto... eppure...»
    «Eppure?»
    «Esistono Pokémon intelligenti, che si distaccano da questo istinto entro certi limiti, ogni Pokémon lotta con un altro, a volte per una vera e propria lotta animale, altre volte perché costretti dalle situazioni ma il più delle volte... sembra girare voce che si allenino, una sorta di selezione naturale? Che può dirlo, senza contare che i Pokèmon discendono da Arceus, perché avrebbe dovuto creare delle forme di vita imperfette per farle evolvere? Nessuno sa rispondere a queste domande, sono dilemmi di questo mondo che nemmeno i più esperti sanno risolvere»
    «Il vostro mondo è pieno di misteri...»
    «Il più grande che ho avuto fra le mani era di un idiota, un impiccione ficcanaso che si era rincitrullito e credeva di venire da un altro mondo»
    «Immagino sia difficile credermi, anche io penso che farei fatica se non fosse per l’M-EC, anche tu sostieni che non c’è nulla di simile al mondo... o almeno nel tuo»
    «Se cosa ho detto è vero non lo sapremo prima di arrivare ad Azalina, li chiederemo a mio zio, Franz, il più grande esperto di Pokèball esistente»
    «Famiglia prestigiosa la tua eh?»
    «Fh, io sono il più famoso della famiglia»
    «Cosa?»
    «Te lo mostrerò in città»
    Sentii una strana sensazione sul naso, poi sulle labbra
    «Questa... è pioggia»
    Dissi io
    «Prima il cielo era sereno, ora sta per scoppiare un diluvio, non è naturale tutto questo»
    Guardai il mio orologio
    “Come diavolo? Mezzogiorno? Ah già, si sarà scombussolato nel “viaggio” e nella neve”
    «Che ore sono?»
    «Le 21! Siamo a metà strada più o meno, siamo sopra un monte chiamato Monte Argento, mancano altre tre ore, se acceleriamo forse usciamo dalla tempesta e arriveremo in appena un’altra ora ma dovremmo sforzare Pidgeot!»
    «Mi duole chiedertelo ma se restiamo nella tempesta potremmo arrivare domani»
    «E va bene, Pidgeot, usa Ventinco...»
    Ci fu un lampo e contemporaneamente sentii un boato, io non sentii dolore ma Pidgeot era cosparso di staticità elettrica
    «Merda! Pidgeot! Pidgeot coraggio! Pidgeot, svegliati, ora! Pidgeot!»
    Solo allora notai che Pidgeot era svenuto, in poco la resistenza dell’aria costrinse le ali a chiudersi.
    Precipitammo.
     
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