Capitolo 4 - Campione

Mist Ball

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Admin
    Posts
    1,228
    Reputation
    0
    Location
    Sono schedato a scotland yard, vedi li

    Status
    Offline
    «Pidgeot! Svegliati! Coraggio, torna qui»
    Disse disperato
    «Oh al diavolo!»
    Tirò fuori una pietra gialla appuntita simile a un rombo dalla tasca
    «Prendi il revitalizzante!»
    Gli mise in bocca quella pietra e gli diede uno schiaffo, Pidgeot rinvenì all’istante anche se sembrava leggermente confuso
    Spalancò immediatamente le sue enormi ali dorate, in un paio di battiti si riprese dalla caduta ma era troppo tardi, eravamo scesi troppo e troppo veloci, l’assetto era tornato normale, sfruttavamo la velocità per andare avanti ma non riuscivamo a prendere quota, continuavamo a planare molto velocemente, il ventre di Pidgeot iniziò a sfiorare le punte di alcuni alberi, tentò di evitarli ma fu inutile, Pidgeot si schiantò contro un enorme abete, venimmo sbalzati, il ragazzo prese al volo un ramo, io non ebbi la stessa fortuna
    «Hei, sei tutto intero Nick?»
    In un paio di rapide mosse come una scimmia scese da quel ramo e mi finì vicino
    «Niente di rotto?»
    «Vedo tutte le stelle»
    Alzò lo sguardo, era buio pesto
    «Beh, sei sdraiato, le stelle le vedo anche io»
    Scoppiò a ridere
    Mi misi seduto
    «A quanto pare niente di rotto, dove cavolo siamo?»
    «Te l’ho detto, siamo in una foresta ai piedi del Monte Argento, non è saggio fermarsi qui di notte senza un riparo adatto e senza offesa dubito tu sappia costruire un riparo in mezzo a una foresta>>
    «E allora che suggerisci di fare?»
    «Il Monte Argento ha tante grotte sulla sua superficie, una di quelle farebbe al caso nostro, sono piccole concavità sul fianco della montagna che da sulla foresta, piccole, vuote e facili da difendere, per una notte in cui siamo da soli sarebbero comode, Pidgeot ha preso una brutta botta prima, non basteranno rimedi comuni a farlo tornare da noi, la sua ala destra... va portato in un Centro Pokèmon»
    «Un che?»
    «Sono tipo degli ospedali per i Pokèmon»
    «Tipo una clinica veterinaria?»
    «Una clinica veterinaria?»
    «Dove si portano gli animali feriti o malati»
    «Dimenticavo che stai delirando. C’è un Centro Pokèmon in ogni città più o meno, il più vicino è alla Lega Pokèmon»
    «La Lega Pokèmon»
    «Si, è una sorta di città senza case, c’è un unico edificio, la Lega. La Lega è dove tutti gli allenatori più forti si riuniscono e lanciano una sfida, se un allenatore sfida la Lega deve affrontare quattro dei più forti allenatori della regione e infine, se i “Superquattro” sono sconfitti dovranno affrontare il più potente allenatore, il Campione. Se anche questo dovesse venir sconfitto il vincitore ha il diritto di prendere il suo posto come Campione in carica»
    «Dista molto?»
    Ad essere sincero le meccaniche di quel mondo mi incuriosivano ma speravo ancora di poter tornare a casa tentando di convincere me stesso a non interessarmi
    «Un giorno a piedi ma è l’unica scelta che abbiamo»
    «È un bel po’ di tempo...»
    «Lo so... ma credo non sia bene parlarne qui»
    Disse lui quasi timoroso
    Diedi uno sguardo dentro la foresta, vedi qualcosa muoversi
    “che me lo sia immaginato?”
    «Questa foresta è pericolosa?»
    «Si, è piena di Pokèmon Selvaggi»
    «Un momento, basta che io desideri che Pidgeot stia bene no? Jir! Ho bisogno di te»
    Jir uscì dall’M-EC
    «Jirzzzzz»
    Dopo avermi trasportato non so in quale mondo ora Jir si permetteva anche di dormire
    «Come puoi dormire in un momento come questo? Hai dormito per mille anni! Svegliati!»
    «Non hai speranze per svegliare Jir, che sia il sonno millenario o uno normale, solo il richiamo della battaglia può se non si sveglia da solo»
    Ritirai Jir nel M-EC
    «Muoviamoci ora Nick, ci metteremo troppo, siamo facilmente identificabili, anche gli alberi vedono in questa foresta...»
    Iniziammo a camminare a passo svelto, il mio “amico” non si guardava intorno o almeno non lo dava a vedere
    «Pss»
    Disse sotto voce, mi avvicinai per sentire cosa voleva
    «Pensi di farcela a starmi dietro se corro?»
    «Perché?»
    «Rispondi»
    «Posso provare»
    «Siamo seguiti, corri, ora!»
    Iniziammo a correre, avevo paura, riuscivo a stargli dietro, quasi a fianco, chi poteva mai seguirci in un posto come quello?
    «Nick, sinistra!»
    Girammo a sinistra
    <<stanno tentando di accerchiarci! Gira a destra!»
    Girammo subito a destra ma pochi secondi dopo si fermò
    «Merda! Ci hanno accerchiato!»
    «Chi?»
    Dissi tentando di capire
    «Fra poco li vedrai»
    Come ombre uscirono da dietro gli alberi, erano ovunque, fra i tronchi, fra le foglie, tutti li a guardarci, immobili
    «Sono troppi! Che cosa sono?»
    «I più piccoli si chiamano Grovyle, i più grossi sono Sceptile, Grovyle è veloce e ha delle foglie affilate come lame, Sceptile non solo è veloce e ha le braccia che ti sminuzzerebbero in tre secondi ma può anche addormentarti con le spore!»
    «Perché ci attaccano?»
    «Abbiamo invaso il loro territorio! Che ti aspettavi, convenevoli e un invito a cena?>>
    Poi iniziai a sentire quella sensazione strana, era quasi gradevole. Non so esattamente come definirla, come un'aura oscura che ti avvolge, che ti fa sentire potente, guardai il ragazzo al mio fianco, le sue pupille si fecero quasi gialle.
    “Sto delirando”
    Un Grovyle scattò da sopra un albero tentando di colpire il ragazzo, lui si scansò tuttavia la foglia gli colpì una guancia facendo un piccolo taglio che perse una goccia di sangue
    «Questo non dovevi farlo»
    Disse lui irabondo
    «Calma, non è il momento per...»
    «STA ZITTO! Tu, verme, lo sai chi hai tagliato? Il mio nome è Frank, come hai osato sfregiarmi? Come hai osato colpire me? Ora assaggerai la mia rabbia, l’ira del Campione della Lega Pokèmon!»
    Mise le mani nella cintura, prese cinque Pokèball, le lanciò
    «Tutti fuori, è ora di distruggere qualche foglia morta»
    Cinque Pokèmon si materializzarono davanti ai miei occhi
    «Magnezone, Scarica, sarà meglio fare un po' di luce!»
    Un lampo invase il campo di battaglia, poi un'enorme scarica elettrica colpì in pieno dei tronchi incendiandoli la pioggia pareva trattenere le fiamme
    «Chandelure, Giornodisole, interrompiamo questa pioggia, facciamo brillare le stelle»
    Sembrava giorno, le stelle brillavano come se fossero tutte dei piccoli soli più vicini di quanto non fossero
    «Cofafrigus, taglia la ritirata! Malosguardo»
    I nemici sembravano paralizzati, la luce tremendamente forte per quegli orari li rendeva facilmente distinguibili, continuavo a non capirci niente, sembrava come se dei maghi stessero generando fiamme e lampi
    «Iniziamo l’attacco! Metagross! Terremoto!»
    Ci fu una scossa sismica considerevole, io caddi per terra, il ragazzo restò in piedi, imperterrito
    «Gallade, i grovyle sono caduti dalle foglie, ora, crea scompiglio fra di loro! Zuffa!»
    Un pokèmon bianco e verde si lanciò contro i nemici con una velocità impressionante, i Grovyle e gli Sceptile cominciarono a cedere, uno dopo l'altro cadevan a terra privi di forze, alcuni tentavan di opporsi nell'inutile tentativo di contrattaccare
    «Ora, concludiamo la battaglia! Chandelure! Vampata... disintegrali!»
    Fra tutti i Pokèmon selvaggi si alzarono pire di fuoco, per un attimo pensai che sarebbe scoppiato un incendio
    «Chandelure, ritira le fiamme»
    I Grovyle e gli Sceptile erano a terra svenuti, scottati. Li per li pensai che ne avesse ucciso qualcuno ma a dire il vero la cosa non mi disturbava più di tanto.
    «Non meritate che io vi finisca, restate a terra anche se sareste migliori come concime che come nemici»
    «Frank...»
    «Dimentica quel nome, dimenticalo»
    «Perché volevi tenerlo nascosto»
    «Il mio è solo un nome, potrei essere un tuo amico o un tuo nemico, chi lo sa, non mi hai fatto una buona impressione quando ti ho visto, a dire il vero mi fai venire la pelle d’oca ancora ora, se tu fossi un mio nemico sapendo il mio nome avresti un piccolo vantaggio ma tu non ci hai pensato e mi hai detto il tuo come un idiota. Oltretutto sembri completamente matto al punto da non riconoscere il Campione della regione. Non me la contavi giusta e tuttora non ho piena fiducia in te»
    Parole aggressive che mi ferirono non poco ma potevo capirlo. Tentai di non pensarci in quel momento e di cambiare bruscamente argomento
    «Campione della Lega Pokémon, questo significa che...»
    «Si, sono l’allenatore più forte di questa regione»
    «Per questo eri stato mandato a controllare il tempio di Arceus, non capivo come un ragazzo indifeso potesse essere mandato li sopra, al freddo e in mezzo a una tormenta!»
    «Tanto credo che lo avresti scoperto lo stesso, piuttosto... ci ho pensato solo ora, quella pioggia, non può essere naturale e poi ora dovrebbe essere autunno, guarda questo»
    Si abbassò per prendere una cosa da terra
    «Questa è una gemma, gli alberi le fanno in primavera, si aprono in estate, è fresca»
    «Vuoi dire che è come se fosse primavera?»
    «Il monte argento non è solo un monte, è anche il tempio del Pokèmon leggendario Moltres, secondo le leggende Moltres porta la primavera col suo volo, ti ricordi che avevo detto che le stagioni sono nel caos»
    «Credo abbia senso ma dimentichi una cosa, i fulmini, non so nel vostro mondo ma non ho visto fulmini simili in una pioggia primaverile»
    «Esattamente, il fulmine deve essere stato creato da un Pokémon, sarà stato un attacco Tuono, ma non so chi lo può aver scagliato»
    «Gli Sceptile?»
    «Non possono e poi... di solito gli Sceptile non sono così aggressivi. Un momento... Perché hanno tentato di attaccare solo me? Potrei pensare che fossi tu a controllarli!»
    «Andiamo, tutto questo è a dir poco assurdo!»
    Iniziavo ad averne abbastanza di essere accusato
    «Lo so, potrebbero essere stati controllati da un altro Pokèmon o da un altro allenatore»
    Iniziai a sentire ovattato, a rallentatore
    «Che intendi?»
    «Un Pokèmon con poteri psichici»
    «Poteri.. psichici?»
    Iniziai a vedere nero, svenni
    Riaprii gli occhi, stavo volando, ero su quella foresta
    “assurdo”
    “Nick!”
    “Questa voce... non è di Frank”
    “Dove siete?”
    Non sembrava minacciosa ma non era di certo familiare
    “Chi sei?”
    Gli chiesi con un velo di timore
    “Lo dovrai vedere”
    Mi rispose divertito
    “Cosa vuoi da me? dove sei? Fatti vedere!”
    “Guardati intorno, sono dove sei tu, vediamo le stesse cose”
    Stavo volando, non sopra un Pokémon, ero io a volare
    “Sei il prescelto da Arceus”
    “Come fai a saperlo?”
    Dissi sempre più timoroso
    “Sono uno dei due Pokémon leggendari posti a protezione delle prime ere del mondo, creato dai poteri di Dialga, creatore del tempo”
    “Sei un Pokèmon Leggendario?”
    Da quanto avevo visto i Pokémon potevan essere ostili, non sapevo se fidarmi tuttavia da quanto avevo capito i Pokémon Leggendari erano guardiani e protettori del mondo
    “Se sei davvero un Leggendario dove è il tuo Tempio?”
    “Il mio Tempio è dentro di me, il mio cuore è il mio Tempio”
    “Il tuo cuore? Ma a chi vuoi darla a....”
    “...bere. Il mio Tempio è il mio cuore in senso letterale.”
    Dopo questa risposta iniziai a dubitare di quello strano interlocutore
    “Perché mi parli?”
    “Per ordine di Arceus, creatore di mio padre, ho l’ordine di trovarti”
    Eppure la domanda più ovvia restava: Se questo Pokémon non fosse un Leggendario come potrebbe sapere di me e Arceus?
    “Perché dovrei credere che sei dalla mia parte? Perché non mi hai aiutato nello scontro?”
    “Per farti vedere l'oscurità”
    Capivo bene a cosa alludeva, più che vederla l'avevo sentita, anche se per pochi istanti.
    “Perché mi devi trovare? Quale è questo ordine di cui parli?”
    “basta con le domande. Preparati, dovrò metterti alla prova”
    “alla prova?”
    “Ho anche detto troppo, tieniti forte… Arrivo!”

    Rinvenni subito dopo l’ultima parola, cosa diavolo era successo? Lo capii solo dopo
    «Quella di svenire è un’abitudine che hai o è un tuo dono ancestrale donatoti da non so quale Dio? Cavoli, ti piace tanto il terreno eh? Ogni dieci minuti ci cadi sopra»
    «Oh, ma sta zitto e pensa a quel tuo pollo che si fa stendere da una scarica elettrica»
    «Si da il caso che il “pollo” è la punta di diamante della mia squadra, non è stato colpito di certo dal “congegno in via di sperimentazione” di uno scienziato pazzo. Quell’attacco… deve averlo scagliato qualcuno di dannatamente potente»
    Non ci pensai un attimo prima di chiedere
    «Un Pokémon Leggendario?»
    «Possibile ma dubito, l’unico Pokémon Leggendario che abita questo monte è il Leggendario Moltres, terzo degli Uccelli Leggendari, secondo la leggenda Moltres porta la primavera nel mondo ma non avrebbe avuto senso attaccarci…»
    «Oltre a lui? Qualcuno di volante, capace di parlare»
    «Parlare? Beh.. secondo qualche leggenda pochi Pokémon sanno parlare, incamminiamoci»
    Iniziammo a camminare
    «Dove andiamo, Frank?»
    Tentai di metterci quanta più attenzione nel dire il nome, quasi per prendere in giro
    «Beh, Idiota, siamo in una dannata foresta infestata da Pokèmon selvatici che ti potrebbero sminuzzare per bene e mangiarti crudo senza problemi, fai meno lo spiritoso o “Frank” ti molla dietro. Dobbiamo uscire dalla foresta, il Monte Argento possiede delle grotte naturali che danno sulla foresta stessa, te lo avevo detto, diciamo che se non fossero dannatamente pericolose anche le grotte sarebbe un’atmosfera romantica il che è un peccato visto che fra te e Jir preferirei condividerla con un Geodude dormiente»
    “sempre con la lingua affilata questo qui, che rottura di scatole, perché non si morde mai la lingua?”
    «Dicevamo dei Pokémon leggendari…»
    «Ah, già, di tipo volante che sappiano parlare che io conosca c'è solo Lugia, tuttavia parlare implica anche il tipo Psico il più delle volte… questa tipologia di Pokémon spesso riesce a volare anche non sapendolo fare, semplicemente fluttuano grazie ai loro poteri… sei sicuro che era volante?»
    Ci pensai un po’ su, a quando mi guardai intorno
    «Con due ali blu e tutto bianco?»
    «Mhhh, mi sembra sempre più Lugia anche se di blu Lugia ha solo alcune scaglie, magari ti sei confuso. Come mai queste domande?»
    «Col tempio nel “suo cuore”?»
    Dissi io ignorando la sua domanda
    «No, quel Pokémon… è senza dubbio Latios! Ma perché me lo stai chiedendo?»
    “che fare? Dirgli la verità?”
    «Prima quando sono svenuto ho iniziato a volare, ero dentro un Pokémon! Credo che fosse questo Latios, mi sapeva parlare... So che è assurdo»
    «Se non conoscessi i poteri di Latios ti darei del matto, questa era la Condivisione Visiva. Che ha detto?»
    «Mi ha parlato di Arceus e del fatto che mi voleva mettere alla prova»
    «Arceus? Ma tu chi sei? Che cavolo! Non sai niente di questo mondo e già mi vieni a parlare di Latios, Arceus e hai dietro un Jirachi! Ci manca solo che catturi anche Moltres!»
    Scoppiai a ridere
    «Seriamente, Latios è molto potente, a mio parere potrebbe sistemare Moltres molto facilmente… se vuole metterti alla prova… ahia, povero te»
    «Davvero? Vuoi dire che rischio qualcosa?»
    «Scherzi? Latios è tremendo, sembra un dinosauro imbizzarrito, assetato di sangue, terrificante, ti uccide guardandoti»
    «O mio dio, e ora che faccio?»
    Dissi terrorizzato
    «Ha ha ha, dovresti vedere la tua faccia, Latios è uno dei Pokémon più belli che io conosca ma fidati, è molto potente lo stesso, è bello a vedersi, non sembra nulla di feroce o pericoloso anzi, si dice che odi combattere... Ma… Potrebbe aver scagliato lui il Tuono che ci ha colpiti>>
    Parlando la vegetazione sembrava farsi meno fitta, ormai dovevamo esserne quasi fuori, poco mancava a che iniziassimo a vedere la montagna, restai in silenzio ringraziando non so se un Dio in cui non credevo o un Pokémon che avevo visto in sogno per aver fatto si che almeno quello di Frank fosse uno scherzo
    «Vedi quella grotta li su?»
    Mi disse indicando una grotta
    «Ci accamperemo li!»
    Iniziai a salire lungo il fianco della montagna, cadere li era parecchio pericoloso, le rocce eran appuntite, il terreno duro, rischiavi di romperti qualcosa
    La caverna era… beh, una caverna. Non ne avevo mai vista una ne ci tenevo, puzzava leggermente, umida ma almeno dovevamo preoccuparci di attacchi solo in un punto
    Mangiammo qualche sandwich che Frank aveva con se, controllammo le condizioni di Pidgeot, la sua ala destra era rotta, era inutile provare a viaggiare in quelle condizioni. Decidemmo di ritirarlo e di restare a guardare la foresta fino al mattino
    «Che bella la nebbia, guardala, scende come un velo a coprire la terra, un velo di protezione, quasi come una coperta per nasconderne gli abomini, bellissima e spaventosa allo stesso tempo, ha qualcosa di magico, sembra quasi che dalla nebbia nascano i miti più misteriosi del mondo, lo stesso nome… Mist… sembra quasi che abbia un legame col mistero stesso»
    Disse Frank. Dopo aver sentito quella frase mi fermai, presi l’M-EC
    «Strano, non lo avevo mai notato, l’M-EC contiene una strana foschia, che buffo… così misterioso anche questo…»
    «Sai, M-EC non è un gran nome, magari potresti che so, rinominarlo?»
    «Beh, tu dici che è una sorta di “Pokèball” che ne pensi di Iperpokèball?»
    «Che razza di schifo è? E poi non devi dire “Pokè” ogni volta, se ti vedesse mio zio ti ucciderebbe! Esistono tanti tipi di Pokéball, la Megaball, l'Ultraball, la Masterball, Pesoball, Friendball, sono tantissime! Prendi esempio dai loro nomi»
    «… Che ne dici di Mist Ball?»
    «Sembra un bel nome… degno di quell’affare»
    «Beh, a dir…»
    Le mie parole furono interrotte da un verso
    «Quello! È Latios! Venite, fuori tu…»
    Disse prendendo le Pokéball ma era troppo tardi.
    Il tempo parve fermarsi, Frank era paralizzato, le Pokéball fluttuavano in aria, immobili
    Stringendo i denti disse
    «Idiota, è li fuori, chiama Jir!»
    «Jir! Ho bisogno d’aiuto»
    Dissi prendendo la Mist Ball
    «Jiiiir!>>
    “Coraggio Nick, arrivo”
    Una sfera blu colpì Jir in pieno, Jir sembrò incassare bene il colpo
    «Jiiir! Ji-ji-ji!»
    Jir emise un raggio elettrico
    «Quello era tuononda! Latios si muove velocemente ma così dovrebbe essere parecchio più lento»
    Disse il ragazzo a denti stretti.
    Fu allora che lo vidi, dalla forma simile a un Jet ma dalle dimensioni molto più piccole da lontano sembrava nascondere il piumaggio che gli dona la colorazione
    Latios fissò Jir, i suoi occhi eran cosparsi da un alone rosato ma non successe nulla. Poi spalancò la bocca e lanciò un potente raggio elettrico, Jir fece lo stesso ma con un attacco evidentemente più debole. Erano Tuono contro Raggioscossa, Jir fu travolto in pieno
    «Nick! Allora è stato lui»
    «Si lo so!»
    Dissi io concentrato
    Jir si fermò… guardò per terra, sembrava divertito, aveva un’aria cupa, alzò lo sguardo di botto guardando Latios
    «JIIIIIIR!»
    Jir aprì il suo terzo occhio, iniziò a brillare
    «Quello era il leggendario Obbliderio! sta indietro»
    Non successe nulla nemmeno stavolta anche se Latios sembrava stranamente in difficoltà.
    Latios attaccò di nuovo con la sfera blu, Dragopulsar, ma non voleva colpire Jir… voleva colpire la montagna.
    L’attacco scavò un tunnel molto stretto dentro la montagna, li per li non capii il senso di quella mossa ma poi… Divenne giorno improvvisamente, era assurdo, due minuti prima era notte
    Frank si sbloccò tuttavia le Pokéball rotolarono giù per la rupe. I problemi non finivano li.
    Un verso di rabbia, furioso
    Dallo stretto tunnel un Pokémon a forma di uccello, giallo con le ali infuocate, si scagliò fuori, adirato contro Jir e Latios
    «Nick! È Moltres! Fai attenzione! Jir non può farcela»
    Iniziavo a sentire qualcosa... una strana presenza, non era l'oscurità di prima, per un attimo mi parve di vederlo, dietro un macigno. Doveva essere un ragazzo di qualche anno più grande di me li per li credetti di essermelo immaginato.
    Moltres sputò fuoco, avrebbe colpito Jir di sicuro se non fosse stato per lui, per quella voce
    «CHARIZARD, DRAGARTIGLI!»
    Un Pokémon simile a un drago, rosso, alato e con la una grossa fiamma sulla coda si lanciò da dietro il macigno che avevo osservato prima verso Moltres colpendolo con gli artigli delle zampe anteriori
    Frank parve divertito, io guardai la cima della montagna e lo vidi li, vicino alla roccia con il dito puntato verso Moltres. Il silenzio fu rotto da Frank che sembrava aver rivisto un vecchio amico
    «Così alla fine sei giunto, Rosso… Maestro»
     
    Top
    .
0 replies since 9/5/2014, 21:31   26 views
  Share  
.